A metà luglio di quest’anno è apparsa la notizia del ritrovamento di un testo del Corano presso la Biblioteca dell’Università di Birmingham (Regno Unito) da parte di una ricercatrice italiana, Alba Fedeli (Laureata presso l’Università Cattolica di Milano e allieva dell’esperto arabista Sergio Noja Noseda).
Durante quel periodo, il messaggio divino ricevuto da Maometto da Allah non fu trascritto ma fu “conservato” per via orale sino all’avvento del Califfo Abu Bakr (Successore di Maometto alla guida della comunità musulmana) che prese la decisione di ordinare la trascrizione del messaggio divino.
Dopo la scoperta dell’antico frammento del testo sacro del Corano, il titolare della cattedra di Cristianità e Islam dell’ateneo, David Thomas dichiarò: “La datazione delle pergamene lascia immaginare che la persona che ha vergato le pagine potrebbe aver addirittura conosciuto e ascoltato le preghiere del Profeta”.
A distanza di tempo dalla sensazionale scoperta è sorto un “problema” dovuto alla datazione con il Carbonio 14.
Anche i testi sacri che sono alla base del Cristianesimo e dell’Ebraismo, sono considerati “scritti” o “dettati” dai rispetti “Dio” ma presentano troppi punti in comune con altri culti precedenti come per il Diluvio Universale che lo ritroviamo in vari culti dell’antica Mesopotamia, Grecia, India, Cina e altri ancora e tutti precedenti a quello Ebraico-Cristiano.
In conclusione nessuno dei testi sacri delle rispettive religioni monoteistiche sono di ispirazione divina ma semplicemente si tratterebbero di “plagi” umani e niente di più.
Fonte: Google News; Il Giornale; Verosimilmente Vero Blog.