Il Brunei VS il Natale. 5 anni di carcere

L’ondata d’immigrati di religione islamica, fuggiti dalla disperazione e dalla guerra (Senza contare i cosiddetti ‘immigrati economici’) ha dato il via nel nostro Paese a uno scontro di civiltà. 

Occidente contro Oriente. 

Cristianesimo contro Islam. 

E sotto il periodo natalizio, lo scontro si è fatto più aspro e duro.

Vietare o no i festeggiamenti e i simboli religiosi della tradizione cristiana nei luoghi pubblici per evitare di offendere i nostri ospiti di religione islamica? 

Questa la domanda che molti si sono posti e che ha scatenato furiose discussioni tra i “Buonisti” (Pronti a fare di tutto per l’integrazione) e gli “Integralisti” (Pronti a difendere a spada tratta le tradizioni e la fede cattolica cristiana), spaccando nettamente in 2 l’opinione pubblica italiana.

Odio_il_Natale
Odio_il_Natale

Questo dilemma non è solo italiano, infatti, anche il piccolo Brunei ha un problema simile ma inverso al nostro (Nel Brunei la maggioranza religiosa è islamica) ma “grazie” al Sultano Hassanal Bolkian è stato risolto in modo definitivo.

Il Brunei vive grazie al petrolio e il suo Sultano Hassanal Bolkian (Uno degli uomini più ricchi al mondo) è un noto frequentatore della capitale britannica e non disdegna il lusso occidentale ma quando rientra a casa il discorso cambia e l’occidente diventa il male. 

La maggioranza dei suoi sudditi è di fede islamica, e per questa ragione dal 2014 ha introdotto la Sharia (La legge coranica) ma non si è fermato qui, infatti, da quest’anno ha messo fuorilegge i festeggiamenti del Natale. Chiunque sia sorpreso dalle autorità a festeggiare il Natale, rischia 5 anni di carcere.

Il quotidiano britannico Daily Telegraph spiega che per “festeggiare” si intende in pubblico eIndossare simboli religiosi come croci, accendere candele, addobbare alberi di Natale e cantare inni religiosi o mandare auguri di Natale, montare decorazioni”.

E i cittadini di altre fedi residenti nel Brunei?

Nessun problema. Lo potranno “festeggiare” solo ed esclusivamente all’interno delle loro comunità ma solo dopo aver notificato alle autorità competenti le loro intenzioni.odio_natale

Nel corso dei millenni, il Natale ha perso (poco alla volta) il suo significato religioso legato al cristianesimo per trasformarsi in una “festa” occidentale, basata esclusivamente sul consumismo più sfrenato (Basti pensare che il ‘classico’ Babbo Natale, quello vestito di rosso per intenderci è stato creato dalla multinazionale Coca Cola come pubblicità). Si tratta di una ricorrenza religiosa che viene festeggiata in tutto il mondo e da persone di diversa fede, quindi non si capisce un divieto cosi estremo nei confronti del Natale. 

Nel piccolo Stato del Brunei su 420mila abitanti il 65% di essi è di religione islamica ma non è molto salda, visto le motivazioni rilasciate dal Ministro degli Affari Religiosi, riguardo al divieto del Natale. Divieto emanato per preservare “Il credo (Aqidah) della comunità musulmana”. 

Alla fine quello che unisce l’Italia e il Brunei in questo periodo di festa è la paura di essere sottomessi a un altro culto religioso e a un altro modo di vivere. Paure generate dalla stessa religione.

Forse aveva ragione Karl Marx quando affermava che “La religione è l’oppio dei popoli”? 

Sì. Aveva ragione lui.

Fonte: Pubblicato in origine su Verosimilmente Vero Blog

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