Un 27 gennaio in ricordo di tutti.

Un 27 gennaio in ricordo di tutti.

Inizio 1945. In Europa il secondo conflitto mondiale sta svolgendo al termine. Hitler sperava ancora di poter rovesciare le sorti del conflitto con le sue ‘fantomatiche’ armi segrete dell’ultima ora e sull’illusione di riuscire a estromettere l’Unione Sovietica di Stalin dall’alleanza delle tre grandi potenze per creare insieme alla Gran Bretagna e agli Stati Uniti a un fronte internazionale anti-comunista.

Intanto l’Armata Rossa proseguiva la sua inarrestabile avanzata attraverso i territori della Polonia, direzione Berlino.

Durante questa lunga marcia che gli avrebbe portato sino alle porte della Cancelleria del III Reich, i soldati dell’Armata Rossa, giungono in un piccolo comune polacco, Oświęcim del distretto di Oświęcim nel voivodato della Piccola Polonia, a neppure 60 chilometri da Cracovia. Il 27 gennaio del 1945 entrano nel campo di sterminio nazista, conosciuto con il nome tedesco del borgo polacco, Auschwitz e quello che vedranno sarà solo morte, distruzione e disperazione.

Auschwitz_I_entrance_snow

La liberazione dei superstiti del campo di sterminio di Oświęcim- Auschwitz, scoperchierà il tragico vaso della ‘Shoah’ e al tempo stesso relegando per parecchi decenni nell’oblio della storia le altre vittime della follia nazista non marchiate con la ‘Stella di David’.

In ricordo di quei tragici avvenimenti, è deciso di istituire il ‘Giorno della Memoria’. L’Italia è stata la prima nazione al mondo a istituirla nel 2000, e cinque anni dopo anche l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (risoluzione 60/7) ufficializzò il ‘Giorno della Memoria’.

Il 27 gennaio. Giorno della liberazione di Oświęcim- Auschwitz da parte dell’Armata Rossa.

‘Vite indegne di essere vissute’ secondo il regime nazista.

Il passo dalla sterilizzazione all’eutanasia fu breve. Il ‘Progetto T4’ (Eutanasia) si può considerare a tutti gli effetti il progenitore dell’Olocausto.

Malati di mente, gli incurabili, i disabili ma anche persone che conducevano una vita ritenuta pericolosa per la società. Loro furono le prime vittime della follia nazista. Circa 70.000 cittadini tedeschi morirono a causa del ‘Progetto T4’. Il programma di eutanasia nazista iniziò nel 1939, proprio allo scoppio del secondo conflitto mondiale e le prime vittime furono i ‘bambini disabili’ e tutto partì dal caso ‘Knauer’.

giornata-della-memoria

Al figlio dei Knauer nato non vedente e con altri gravi problemi, gli fu anche diagnosticata una forma di ‘idiotismo’ e per tutte queste ragioni il padre decise di consultare Werner Catel, direttore della Clinica Infantile dell’Università di Lipsia che accettò di ricoverare il bambino per altri esami. Dopo qualche giorno, come affermò lo stesso catel, il padre gli fece la richiesta di sopprimere il figlio. Richiesta rimandata al mittente, perché illegale a quel rifiuto la famiglia Knauer si appellò direttamente a Hitler che autorizzò una nuova commissione medica per un secondo parere, il quale autorizzò l’omicidio del bambino.

In seguito l’idea di ‘vite indegne di essere vissute’ causò la persecuzione e la morte in tutto il territorio europeo occupato dei Sinti e dei Rom per poi passare agli omosessuali, transessuali, testimoni di Geova, dissidenti, prigionieri di guerra e gli ebrei. Ben 7mila morti e decine di migliaia di altre persone finirono in galera e tutti con l’accusa di essere omosessuali, grazie anche al ‘Paragrafo 175’ del codice civile che la condannava senza mezzi termini, ma con la firma da parte dello stesso Hitler del ‘Paragrafo 175/A’ si andò oltre, condannando perfino le ‘fantasie omosessuali’ come sogni, pensieri, desideri, baci, abbracci, carezze, affettuosità. Il tasso di mortalità dei prigionieri omosessuali è stato stimato al 60% a causa delle umiliazioni e torture che subivano, e delle folli sperimentazioni pseudoscientifiche cui erano sottoposti per ‘curarli dall’omosessualità’.

triangolo rosa

La terapia per ‘guarire’ gli omosessuali (Triangoli Rosa) proposta dallo stesso Himmler (Nel campo di Ravensbruck fu costruito il centro di ‘guarigione’ per gli omosessuali provenienti da altri campi) consisteva nel costringere le prostitute (Triangoli Neri) tramite la promessa di cibo supplementare e dall’esenzione dai lavori ad adescarli sessualmente. La ‘cura’ non ebbe l’esito sperato, neppure dopo che le SS li costrinsero con la forza (Bastonandoli, frustandoli e aizzandoli contro i cani da guardia) ad avere incontri sessuali con le prostitute. Anche con la violenza, le ‘guarigioni’ furono al di sotto delle attese di Himmler ed è a questo punto che fa la sua comparsa, il dottor Carl Peter Vaernet, danese laureato in medicina che ‘guarisce’ gli omosessuali con un preparato ormonico infallibile e al tempo stesso li suddivide in tre gruppi ben distinti:

I Gruppo: omosessuali incalliti (amano svolgere lavori prettamente femminili tipo lavorare a maglia e ricamare);

II Gruppo: omosessuali irrequieti (che variano tra virilità e indifferenza omosessuale);

III Gruppo: omosessuali problematici (con possibilità di recupero sul piano psicologico).

Triangolo-rosa-interna

L’operazione chirurgica per la ‘guarigione’ consisteva nel praticare un’incisione nella cute dell’addome e impiantare una pallina ‘carica’ di ormoni maschili che avrebbe dovuto assicurare al ‘malato’ un apporto di testosterone per uno o due anni, questo dipendeva dal modello. I risultati delle prime ‘operazioni’ parlano chiaro: circa l’80% muore durante l’intervento mentre il restante 20% non ‘guarisce’. Dopo innumerevoli tentativi è lo stesso Himmler ha bloccare il progetto di Vaernet e al tempo stesso a ordinare di sottoporre gli omosessuali a lavori più duri. Vaernet dopo un breve periodo di detenzione in un campo di prigionia danese, riesce a scappare in Argentina, dove morirà impunito nel 1956, anche se le autorità danesi e alleate erano a conoscenza del suo rifugio argentino e dei suoi crimini contro l’umanità.

Un 27 gennaio in ricordo di tutti. Ecco il vero significato della ‘Giornata della Memoria’.

grande-Simboli

 

Fonte: ‘Le origini del genocidio nazista’ di Henry Friedlander; Olokaustos.org

2 Risposte a “Un 27 gennaio in ricordo di tutti.”

  1. Mi piace l’immagine con i triangoli di vari colori e relativa attribuzione ai vari gruppi…per ricordare tutti…a me avrebbero dato il triangolo viola!

    1. Cara Iolanda ti ringrazio. L’immagine era proprio per ricordare tutti e non solo una parte. Il 27 gennaio serve per ricordaret tutti loro, nessuno escluso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

A note to our visitors

This website has updated its privacy policy in compliance with changes to European Union data protection law, for all members globally. We’ve also updated our Privacy Policy to give you more information about your rights and responsibilities with respect to your privacy and personal information. Please read this to review the updates about which cookies we use and what information we collect on our site. By continuing to use this site, you are agreeing to our updated privacy policy.

Verificato da MonsterInsights