Il viaggio pastorale negli Stati Uniti d’America di Papa Francesco si è concluso qualche giorno addietro ma è apparsa soltanto adesso la notizia del suo incontro segreto con Kim Davis, l’impiegata comunale della Contea del Kentucky, incarcerata dopo che si era rifiutata di rilasciare le licenze di matrimonio alle coppie gay come prevede la legge federale.
Un incontro che si è tenuto, secondo il legale Mat Staver (Legale di Kim Davis) nell’ambasciata della Città del Vaticano a Washington D.C. (Stati Uniti) giovedì cui era presente anche il marito della Davis.
Secondo quanto dichiarato dall’avvocato della Davis, Mat Staver alla rete televisiva CBS News, il Santo Padre avrebbe anche incoraggiato la Davis a continuare nella sua obiezione di coscienza relativa ai matrimoni gay con la frase: “Continua così, brava” e anche di “Tenere duro”.
Ripercorriamo la vicenda di Kim Davis che l’ha portata agli onori della cronaca nazionale e internazionale, sino all’incontro con Papa Francesco:
“Io agisco in nome di Dio” questa è stata la sua difesa dopo essere stata incriminata per non aver applicato una Legge Federale dal Giudice federale Davis Bunning dopo l’ennesimo rifiuto della Davis a registrare un’unione gay.
Lo scorso giugno la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America ha legalizzato le unione gay in tutti i 50 Stati dell’Unione ma per la dipendente comunale Kim Davis, questa storica sentenza non ha alcun valore legale.
Il suo arresto a diviso l’opinione pubblica tra pro e contro le unioni gay negli Stati Uniti d’America, durante la sua udienza Kim Davis dichiarò tra le lacrime che: “Il matrimonio è tra un uomo e una donna” e alla domanda del suo legale se approvasse o no le unione civili fra persone dello stesso sesso, lei rispose così: “Non è di Dio”.
Ancora nessuna dichiarazione da parte di Padre Federico Lombardi, Capo della Sala Stampa della Santa Sede che confermi o smentisca l’incontro tra il Pontefice e la signora Kim Davis e suo marito e secondo l’avvocato Staver, non è stata divulgata la notizia per evitare interferenze con il messaggio episcopale del Papa negli Stati Uniti d’America: “Non volevano che la visita di Bergoglio venisse oscurata dall’incontro con Kim Davis”.
5 giorni di carcere per esseri rifiutata di applicare la Legge Federale relativa alle unioni civili gay l’hanno trasformata un vero e proprio personaggio, infatti, all’uscita dal carcere fu accolta da una folla di sostenitori in delirio sulle note della colonna sonora del film “Rocky 3”, diventando un punto di riferimento per il Partito Repubblicano Statunitense, lei che votava Democratico.
Dalla frase “Chi sono io per giudicare un gay” agli incoraggiamenti alla Davis “Continua così, brava” il passo in direzione dell’intolleranza di Bergoglio è stato breve!
Fonte: Google News; Huffington Post Italia; New York Times; Verosimilmente Vero Blog.