La Legge contro l’omotransfobia è finalmente approdata in Parlamento grazie alla presentazione del DDL Zan del Partito Democratico ma con un ritardo di 24 anni.
Il primo tentativo risale al 1996 con la proposta a firma Nichi Vendola che in quegli anni militava nelle file di Rifondazione Comunista.
Durante la lunga maratona di discussione nella Commissione Giustizia, si sono schierati a favore il Partito Democratico e il Movimento Cinque Stelle. Contrari Fratelli d’Italia e la Lega di Matteo Salvini.
Mentre Forza Italia ha avuto una posizione molto ambigua. Dopo un primo appoggio ottenuto con l’inserimento di un emendamento a firma forzista nel DDL Zan, ha fatto un rocambolesco dietrofront lasciando però libertà di pensiero.
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Il testo prevede la modifica degli articoli 604-Bis e 604-Ter del Codice Penale in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale oppure di identità di genere.
Una Legge non solo in difesa delle persone LGBT+ ma sarà anche uno strumento in più per le donne nella lotta contro il sessismo e la misoginia.
Inoltre il testo prevede l’istituzione della Giornata Nazionale contro l’Omofobia, prevista per il 17 marzo.
Previste diverse pene. Da 1 a 4 anni per chi istiga alla violenza omofobica mentre fino a 1 anno e 6 mesi, oppure una multa fino a 6 mila euro, a chi diffonde idee basate sulla discriminazione di genere.
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Non sarà una passeggiata. La Lega e Fratelli d’Italia daranno battaglia per impedirne l’approvazione.
Secondo il Senatore Simone Pillon (Lega) si tratta di ‹‹ un testo vergognoso e liberticida›› mentre Giorgia Meloni ha annunciato che ‹‹ Fratelli d’Italia si sta battendo contro questa pericolosissima deriva liberticida, che minaccia la nostra democrazia e la libertà di pensiero››.
Contro l’approvazione si sono inoltre espressi la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) e Gandolfini del Family Day.