Irlanda: Si ai matrimoni gay

Un colorato arcobaleno è apparso stamani nei cieli dell’Irlanda.

I cittadini irlandesi sono stati chiamati a esprimersi con un referendum popolare sul riconoscimento delle unioni gay e dai primi risultati (Quelli definitivi dovrebbero essere resi pubblici nella serata di oggi 22 maggio 2015) danno in netto vantaggio i sostenitori del “SI” alla proposta con percentuali che oscillano tra il 60 e il 65% con punte oltre il 70% con un’affluenza molto alta in particolar modo nei centri urbani e tra i giovani irlandesi.

Irlanda: Referendum 2015 sui matrimoni gay.
Irlanda: Referendum 2015 sui matrimoni gay.

Il Ministro per le Pari Opportunità del Governo incarica irlandese Aodhan O’Riordain ha utilizzato il famoso Social Network Twitter per esprimere la sua gioia per l’andamento del referendum: “Vince il sì. Sono così orgogliosa di essere irlandese oggi!” (“I’m calling it. Key boxes opened. It’s a yes. And a landslide across Dublin. And I’m so proud to be Irish today. #MarRef“).

A questo punto l’Irlanda diventerebbe la prima nazione europea a dire “SIai matrimoni tra persone dello stesso sesso attraverso una consultazione popolare come il referendum.

Tanti gli elettori irlandesi residenti all’estero rientrati in patria per votare in questo storico referendum popolare che ha sancito il diritto dell’Irlanda di far parte delle Nazioni democratiche in cui sono garantiti i diritti per tutti i cittadini, nessuno escluso.

Dall’Australia, dal Canada e dagli Stati Uniti d’America sono giunti per votare grazie alla campagna lanciata su Twitter con l’hashatagHomeToVote” e forse il caso più clamoroso è quello di un giovane 34enne operatore umanitario di nome Cormac O’Sullivan partito da Nairobi con destinazione Cork solo per esprimere il “SI” al referendum: “L’eguaglianza per le persone di ogni orientamento sessuale è sempre stata difesa dalla mia famiglia. Mia madre e mio padre parteciparono al primo Gay Pride a Cork negli anni Ottanta”. (Continua dopo la foto)irlanda-oggi-il-referendum-per-aprire-o-meno-alle-nozze-gay-1

Questa consultazione popolare sui matrimoni fra persone dello stesso sesso è un appuntamento storico se si pensa che fino a soli due decenni fa in Irlanda esisteva il reato di omosessualità e nel 2010 furono introdotte le unioni civili gay e adesso questo referendum popolare.

Un salto in avanti nella democrazia che potrebbe preso da esempio dalle altre Nazioni tradizionaliste riguardo i diritti civili.

Naturalmente questo referendum ha provocato una spaccatura all’interno dell’Irlanda, una spaccatura di tipo generazionale tra i giovani più propensi al cambiamento e gli anziani ancora legati alle tradizioni con alcune ripercussioni di carattere religioso, infatti, non bisogna dimenticare che l’Irlanda è una nazione fortemente cattolica.

Irlanda_LGBT

Curiosamente però la stessa Chiesa Cattolica (Ultimamente indebolita) si è divisa sulle indicazioni di voto ai propri fedeli e così si è assistito a Vescovi che invocavo la difesa della famiglia tradizionale mentre alcuni preti e suore si sono schierati apertamente per il fronte del “SI”.

Basta osservare i componenti dei due fronti per cogliere appieno la spaccatura generazionale avvenuta in Irlanda.

Il fronte del “NO” all’istituzione dei matrimoni fra persone dello stesso sesso è guidato da gruppi conservatori di ispirazione cristiana mentre il fronte del “SI” è molto più variegato, perché riunisce la maggior parte dei Partiti politici, i media, aziende, sindacati, studenti e molte personalità del mondo dello sport e dello spettacolo.

 

E l’Italia per quanto riguarda il riconoscimento delle unioni civili fra persone dello steso sesso?

Non pervenuta!

 

Fonte: Huffington Post Italia

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