Gli Usa VS Cuba. Trump minaccia Raul Castro
All’annuncio della morte del Comandante della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro, gli eredi e i pochi esuli cubani ancora in vita, residenti nello Stato della Floridia (Stati Uniti d’America) sono scesi in strada a festeggiare, inneggiando alla prossima caduta del Governo cubano. Scene squallide per uso e consumo della propaganda anti-castrista statunitense. Sceneggiata che è stata ben apprezzata dal Presidente eletto degli Stati Uniti d’America, Donald Trump.
Presidente eletto che non ha perso tempo a minacciare il Governo cubano di stracciare gli accordi di disgelo firmati dal Presidente uscente Barack Obama, se non saranno accettate le loro richieste.
In un suo tweet, il Presidente eletto Donald Trump è stato molto chiaro riguardo alle future politiche nei confronti di Cuba: “Se Cuba non è disponibile a stringere un accordo migliore per il popolo cubano, per i cubano-americani e per l’insieme degli Stati Uniti, allora metterò fine all’accordo”.
Il senso di quel messaggio è molto chiaro, quanto preoccupante. Se Cuba e il suo popolo non si piegheranno alle richieste “democratiche” e di “libertà” degli Stati Uniti d’America, le conseguenze potrebbero essere molto pesanti.
Il sito AdnKronos riporta le dichiarazioni del futuro Capo di Gabinetto dell’amministrazione Trump, Reince Preibus: “Senza cambiamenti da parte del loro governo su repressione, aperture del mercato, libertà di religione, prigionieri politici, non avremo un accordo unilaterale di Cuba con gli Stati Uniti. Bisogna cambiare queste cose per avere relazioni aperte e libere. E questo è quello che il presidente eletto Trump crede ed è la direzione verso cui dobbiamo andare” e inoltre che “Ci deve essere qualcosa e questo qualcosa deve essere. Ma posso assicurarvi che chiederà qualche movimento in modo che ci sia una sorta di agenda nelle relazioni con Cuba”.
Alla fine se non ci sarà il famoso muro al confine del Messico, il Presidente eletto Donald Trump potrebbe pensare di risolvere la “questione cubana” come in Cile nel 1973 durante la presidenza Allende.