La spedizione punitiva avvenuta a Cuneo non sarebbe di matrice omofoba ma si sarebbe trattato di un caso di giustizia “Fai da te”, così la difesa del padre aggressore: “Ma quale raid omofobo? Ho solo cercato di proteggere mio figlio dai continui ricatti di quell’uomo e dalle avances sessuali che andavano avanti da mesi”.
L’agguato è avvenuto la notte del 16 maggio presso una stazione di servizio di Benevello in cui sono rimaste ferite 3 persone e alla domanda dei Carabinieri sul motivo dell’aggressione il padre, un noto professionista ha dichiarato che: “È stato mio figlio a chiedermi aiuto, raccontando di aver conosciuto su Internet un quarantenne che lo tormentava con insistenti minacce a sfondo sessuale”.
Nessuna spedizione punitiva di matrice omofobica ma secondo i resoconti delle vittime, il 40enne marocchino (Presunto amante del figlio dell’aggressore), un 50enne amico del marocchino e la terza vittima che si è trovata nel posto e al momento sbagliato, la vicenda sarebbe ben diversa e più terribile: “Ci hanno picchiati come bestie. Quei due non li avevamo mai visti prima. Pugni, calci, colpi di mazza da baseball. Abbiamo cercato di difenderci, ma erano delle furie. Non capivamo perché, urlavamo, quelli continuavano a menare. Pensavamo a una rapina. Solo più tardi, dai carabinieri, abbiamo scoperto il motivo”.
Il 40enne marocchino ha conosciuto il giovane attraverso Facebook e “Dopo una serie di messaggi abbiamo deciso di conoscerci di persona. L’idea di trovarci è nata così”, decidendo di incontrarsi di persona la notte del 16 maggio ma non è andato da solo, infatti, ha chiesto a un suo amico di accompagnarlo all’appuntamento.
L’avvocato Matteo Ponzio, legale del padre aggressore ha dichiarato che: “Quella sera, il mio assistito ha accompagnato il figlio per invitare l’uomo a smettere di importunarlo. Vedendo arrivare il padre però, l’auto del quarantenne, condotta da un altro, ha cercato di fuggire tentando di investire il giovane. Per fortuna ha solo colpito il suo scooter. A quel punto il padre è intervenuto. È ovvio che non si è trattato di una spedizione omofobica” mentre il legale delle vittime, l’avvocato Roberto Cota (Ex Presidente leghista della Regione Lombardia) mantiene il totale riserbo sulla vicenda: “Prima è venuto da me in ufficio l’artigiano di Cortemilia per chiedere una consulenza, poi è arrivato anche l’amico, che mi ha detto essere di origine marocchina e di abitare nell’Astigiano. Mi hanno parlato di un’aggressione. Per ora non posso dire nulla sulle indagini. Stiamo aspettando che finiscano gli accertamenti. Dopo vedremo il da farsi”.
Quindi tutto rientrerebbe nella cosiddetta “normalità” cittadina?
Fonte: La Stampa