Il diritto delle donne a praticare l’aborto presso le strutture pubbliche è sancito dalla Legge dello Stato n.194 ma il più delle volte questo diritto è impedito dall’obiezione dei medici.
A Taranto e più precisamente all’ospedale Sant’Antonio Abate, le donne non possono più accedere al servizio per l’interruzione della gravidanza, perché l’unico medico non obbiettore della struttura sanitaria pubblica è andato in pensione. Mentre i 6 medici presenti all’ospedale Sant’Antonio Abate sono tutti obbiettori di coscienza, quindi non praticano nessuna interruzione di gravidanza.
L’allarme sulla situazione all’ospedale di Taranto è stato lanciato dai 2 maggiori sindacati italiani Cgil e Uil tramite un documento a firma congiunta di Antonella Granello e Antonella Parisi, dove mettono in primo piano il drammatico fatto che “non viene più garantito a Trapani il diritto all’interruzione volontaria della gravidanza”.
A questo punto hanno richiesto un incontro urgente con Fabrizio De Nicola, Direttore Generale dell’Agenzia Sanitaria Provinciale per avviare un confronto sul tema dell’interruzione volontaria di gravidanza, sull’eventuale potenziamento dei consultori e il modo per garantire alle donne l’ecografia morfologica.
Queste le richieste dei sindacati Cgil e Uil ma l’Azienda Sanitaria Provinciale di Taranto ha fatto sapere.
Appena ricevuta la domanda di pensionamento dell’unico medico non obiettore di coscienza, l’ospedale di Sant’Antonio Abate ha preso i dovuti provvedimenti come dichiarato il Direttore Sanitario dell’Asp di Trapani, Antonio Siracusa: “L’azienda, appena ha avuto comunicata la libera scelta della dirigente medico, fermo restando che l’Asp continua a garantire il servizio presso l’ospedale di Castelvetrano, si è mossa subito per dare continuità al servizio” e inoltre “La prossima settimana incontrerà il medico non obiettore del nosocomio di Castelvetrano, per stabilire modalità e funzioni per garantire questo servizio fin da subito anche presso il S. Antonio Abate di Trapani”.
Quindi nessun rischio di interruzione di servizio pubblico ma il problema accaduto all’ospedale di Taranto Sant’Antonio Abate non nuovo in altri ospedali sparsi sul territorio nazionale.
La Legge 194 permette alle donne di decidere di interrompere volontariamente la gravidanza presso ogni struttura sanitaria presente in Italia ma allo stesso tempo con la libertà di scelta dell’obbiezione di coscienza da parte del personale medico, si limita la libertà delle donne. Nella sostanza tutti liberi di non esserlo.
Ultima nota. Servirebbe una maggiore prevenzione sui metodi contraccettivi come i preservativi e corsi di educazione sessuale presso le scuole di ogni ordine e grado. Corsi diretti da professionisti.
Fonte: Verosimilmente Vero Blog