Vorrei riportare questa lettera scritta da una madre dopo la scomparsa del figlio 25enne, deceduto dopo una lunga battaglia contro il cancro, pubblicata nel sito online del quotidiano della Stampa (Qui il link della notizia). Il ragazzo prima di morire ha rivelato ai propri genitori di essere gay: “Lui ci ha detto che in casa poteva essere facile, ma là fuori, nel mondo, la sua vita sarebbe stata difficile, di vergogna, una corsa ad ostacoli”.
“Mio figlio non c’è più. È partito a ottobre, dopo mesi di lotta contro il nemico del secolo. È stato forte, dignitoso e sorridente nell’affrontare la sua lotta, la chemioterapia, le sue speranze che si affievolivano visita dopo visita. È partito che non aveva ancora 25 anni: e per tutti quegli anni non l’ho conosciuto veramente.
Solo il giorno prima di andarsene ci ha parlato, ha aperto il suo cuore, e come un’eruzione di un vulcano ci ha detto di essere gay, ci ha guardato negli occhi e nell’anima e voleva una risposta, il nostro giudizio. Il nostro affetto, già grande, è cresciuto e il nostro sguardo l’ha coperto di amore. Nulla era cambiato per noi, anzi, il regalo di essere parte della sua vita più intima non lo cancelleremo mai. Lui ci ha detto che in casa poteva essere facile, ma là fuori, nel mondo, la sua vita sarebbe stata difficile, di vergogna, una corsa ad ostacoli. Ci ha detto di volerci bene, teneva forte la mia mano. Il giorno dopo è partito con il cuore più leggero. Il suo segreto era con noi.
Scrivo in questo momento di acceso dibattito per tenere nella nostra vita mio figlio e per dire a tutti i genitori che ora urlano contro questa legge che forse anche loro, come noi, non conoscono veramente il loro figlio e un giorno potrebbero pentirsi di non aver contribuito a rendergli la vita più semplice. Mio figlio era un ragazzo «normale», come tutti… Mi manca”.
Tratto dal quotidiano La Stampa