Nuoto e omofobia, il ricordo dell’olimpionico Lawrence Frostad

Nuoto e omofobia, il ricordo dell’olimpionico Lawrence Frostad

Il nuotatore olimpionico statunitense ha voluto ripercorrere l’omofobia da vasca provata in prima persona durante la sua carriera di nuotatore professionista

L’omofobia nello sport è ancora presente ma grazie al coraggio di atleti come Lawrence Frostad, Tom Daley, Josh Cavallo e Justin Fashanu (il primo calciatore professionista a fare coming out) e tanti altri, per fortuna qualcosa sta cambiando.

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Ma nonostante tutto questo i casi di omofobia nei confronti degli atleti da parte dei tifosi, dei compagni di squadra e in determinati casi anche della stessa società non sono casi isolati. Per questa ragione raccontare e denunciare gli abusi subiti è un primo passo a favore della lotta contro l’omofobia negli sport.

Lawrence Frostad (55 anni) è un ex campione olimpionico di nuoto che attraverso una intervista a Nuts & Bolts Sports ha raccontato gli anni bui dopo il suo coming out. Dagli attacchi da parte di alcuni suoi compagni di squadra e anche da alcuni alti dirigenti olimpici statunitensi.

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‹‹ Mi stavo allenando con la Texas Longhorns Acquatics femminile e l’allenatore Mark Shubert, ed era fantastico. Le ragazze mi hanno protetto, ma i ragazzi di quella squadra sono stati davvero duri con me. Sono stato nel loro spogliatoio per circa 3 giorni prima che mi dicessero “non possiamo sopportare che sia qui”. Quindi mi sono trasferito negli spogliatoi pubblici, il che andava bene, mi sono trovato comunque a mio agio››.

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Gli episodi di omofobia nei suoi confronti non si limitato solo a quello, infatti, come da lui stesso raccontato, un giorno nel parcheggio della piscina ‹‹ uno dei ragazzi ha provato a investirmi, ottenevi 10 punti per aver investo un ragazzo gay››.

Non tutti i componenti della squadra erano omofobi: ‹‹ Alcuni dei ragazzi sono stati fantastici. Alcuni sono stati carini. C’erano solo un paio di loro che mi hanno fatto passare l’inferno››.

L’episodio di omofobia più grave è accaduto durante la preparazione per le Olimpiadi Barcellona 1992, quando dopo il suo coming out, due persone del Comitato Olimpico statunitense lo avvicinarono e lo minacciarono di non fare pubblici appelli LGBT+.

Ecco cosa ha raccontato lo stesso nuotatore: ‹‹ Lawrence vogliamo ricordarti che le Olimpiadi sono un evento sportivo, non un evento politico. (…) Finché nuoti e non farai dichiarazioni politiche starai bene››.

Molta strada è stata fatta per i diritti civili degli atleti LGBT+ ma la lotta non è ancora terminata.

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