Messico, i cittadini LGBTQ+ chiedono un luogo di lavoro sicuro

Messico, i cittadini LGBTQ+ chiedono un luogo di lavoro sicuro

Il mondo del lavoro per i cittadini LGBTQ+ in Messico non è sicuro

In Messico circa 5 milioni di cittadini (il 5% della popolazione di età pari o superiore ai 15 anni) fa parte della comunità LGBTQ+ e un terzo di loro ha dichiarato di essere rimasto vittima di maltrattamenti sul proprio luogo di lavoro oppure di non ricevere gli stessi trattamenti economici dei loro colleghi non LGBTQ+.

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Ecco la testimonianza di Sashe (18 anni), donna transgender che dopo essere uscita dal Liceo, ha dovuto abbandonare la sua famiglia perché si sentiva insicura.

Si è poi trasferita nel rifugio ‘Casa Frida’ (rifugio per sfollati LGBTQ+ e richiedenti asilo politico) a Città del Messico. La ricerca di un lavoro non si è rivelata molto facile.

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“Ho costantemente visto annunci di lavoro per donne da cui sono stata respinta perché, hanno detto, che non ero quella che stavano cercando”, ha detto a Openly in un’intervista a ‘Casa Frida’.

Un problema che il Governo messicano dovrà affrontare. E nonostante il Messico abbia fatto diversi passi in avanti sui diritti LGBTQ+ (il matrimonio egualitario è riconosciuto in tutti i sui 31 Stati) la comunità LGBTQ+ continua a subire discriminazioni e violenze.

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