“…siamo riusciti ad arrivare a realizzare che la maggior parte dei ragazzi interiormente supera questo malcostume in un breve periodo di tempo e guarda avanti diventando uomini sani e rispettabili.”
“Per i ragazzi che non hanno ancora sviluppato una tendenza omosessuale questi rappresentano un danno – in tal caso come minimo un’esclusione dalla comunità per un po’ di tempo si renderà necessaria.”
Un estratto da un giornale pedagogico della gioventù hitleriana in cui si capisce chiaramente che per i Nazisti l’omosessualità era una malattia che andava curata a tutti i costi per evitare la contaminazione della stessa gioventù hitleriana. Durante il periodo nazista l’omosessualità era illegale tramite il famigerato Paragrafo 175 del codice penale tedesco e gli omossessuali era anche internati e perseguitati per quattro ragioni principali:
- L’incapacità di “produrre” figli
- La possibile “corruzione” dei giovani
- La loro tendenza a fare gruppo insieme
- Il pericolo che rappresentavano per la moralità del popolo tedesco.
Dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM) pubblicato dall’American Psychiatric Association (APA) il 17 maggio 1973 eliminò l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali e solo nel 1990 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) la cancellerà in modo definitivo definendola “una variante naturale del comportamento sessuale umano”. Purtroppo ancora oggi esistono persone, tra cui medici che ritengono l’omosessualità una malattia che con delle dovute e specifiche cure si può guarire, trasformando l’omosessuale in eterosessuale! Negli Stati Uniti esistono campi di rieducazione per omosessuali in cui ‘grazie’ alle preghiere e in molti casi con lavaggi del cervello e torture psicologiche si illudono di ‘guarire’ i malcapitati (la maggior parte di essi mandati in quei centri contro la loro volontà).
Anche in Italia stanno prendendo corpo questi centri per la ‘cura’ dell’omosessualità e tutti si basano sull’avvicinamento del ‘malato’ con Dio. Il Cristianesimo e l’Islam condannano senza mezzi termini l’omosessualità ed è per questa regione che in Iran l’orrore della omofobia di Stato diventa realtà come nella Germania Nazista negli anni ’30 e dove gli omosessuali vengono ‘curati’ tramite degli interventi chirurgici per la riassegnazione del genere anche se si tratta di omosessuali e lesbiche. Nello Stato Islamico dell’Iran l’omosessualità viene punita con la pena di morte per impiccagione (non solo chi vive alla luce del sole ma anche chi è solo sospettato di esserlo), quindi l’unica ‘strada’ di salvezza rimane quella dell’operazione del cambio del sesso, infatti, lo Stato Islamico riconosce la possibilità di una persona si senta intrappolata in un corpo ‘estraneo’ al suo vero io interiore e per le gerarchie iraniane anche gli omosessuali e le lesbiche rientrano in questa speciale categoria.
“Le autorità religiose non fanno differenza tra orientamento sessuale e identità di genere” ha dichiarato una psicologa iraniana, sotto falso nome, alla BBC durante la realizzazione di un servizio sulla situazione degli omosessuali in Iran. Gli stessi psicologi sono i primi
a ‘convincere’ gli omosessuali e le lesbiche di essere malati e che l’unica cura possibile passa attraverso i bisturi e come incentivo vengono promessi nuovi documenti e soldi per poter cominciare una nuova vita con la nuova identità purtroppo una volta operati si ritrovano isolati, senza nessun aiuto e alla fine cadono in depressione dopo aver compreso che quello che non andava era la società in cui vivono. Alcuni di loro si suicidano e quelli che restano vivono una vita non loro come Maria un ex ragazzo omosessuale, operato all’età di 15 anni: “Il preside della mia scuola mi disse che avevo una malattia curabile e mi mandò in ospedale: ora però sono una persona infelice e temo di non farcela psicologicamente, a resistere in queste condizioni. Non sono un transessuale e nemmeno una donna, ma non posso più essere uomo”.
L’organizzazione filogovernativa denominata Khabaronline ha dichiarato, sempre alla BBC che nel 2006 ci sono stati effettuati 170 interventi di cambio del sesso mentre nel 2010 sono stati 370 e il 45% delle persone che si sono sottoposte all’intervento sono omosessuali e lesbiche e non transessuali! In molti scelgono la via della fuga attraverso la Turchia, dove posso entrare senza il visto d’ingresso e da lì fuggono verso l’Europa o il Canada dove una volta giunti chiedono lo status di rifugiato politico.
Arsham Parsi vive in Canada dopo essere fuggito dall’Iran grazie all’associazione Iranian Railroad for Queer Refugees che dal 2005 hanno aiutato a fuggire dall’Iran più di 1000 persone.
Parsi ha raccontato sempre alla BBC alcuni aspetti della sua vita: “Quando hai 16 anni e ti dicono che sei nel corpo sbagliato, pensi: ‘Finalmente ho scoperto cosa c’è di sbagliato in me’. Una ragazza mi ha chiamato dall’Iran e le ho chiesto se fosse lesbica o trans. Non ha risposto perché nessuno le aveva mai detto cosa fosse una lesbica”.
“Si sta consumando una violazione dei diritti umani. Quello che mi rattrista, è che le organizzazioni che dovrebbero avere scopi terapeutici o umanitari, stanno dalla parte del governo, invece che prendersi cura delle persone”.
L’IRAN ‘guarisce’ gli omosessuali! Anche se ufficialmente in Iran non ci sono omosessuali e lesbiche!
ho sentito dire che la professoressa caramico ha già prenotato un volo per Teheran per un corso di aggiornamento…….
Si dice anche che, se dovesse essere proficuo, come suppone, avrebbe intenzione di organizzarvi una gita scolastica ‘culturale’ per il prossimo anno……
per lei potrebbe essere un ritorno alla ‘terra promessa’
La professoressa Caramico(purtroppo) non sarebbe l’unica a partire in Iran per fare quel tipo di ‘corso di aggiornamento’! E poi si lamentano delle discriminazioni dei cristiani nel mondo islamico!