Condannate a morte con l’assurda accusa di ‘promozione dell’omosessualità’
Zahara Sedighi-Hamedani (31 anni) ed Elham Chobdar (24 anni) sono state ritenute colpevoli dal Tribunale Rivoluzionario di Orumiyeh (provincia dell’Azerbaijan) di “corruzione sulla terra attraverso la promozione dell’omosessualità”.
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Entrambe le ragazze sono attiviste LGBTQ+ e combattono per i diritti civili della comunità nei Paesi dove l’omosessualità è illegale e dove si rischia la pena di morte solo per il fatto di essere gay.
Zahra ed Elham sono state arrestate, la prima il 27 ottobre scorso mentre la seconda ragazza il 16 gennaio. Le attiviste sono apparse anche in un documentario della BBC sui diritti civili LGBQT+ nel Kurdistan iracheno.
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La notizia del loro arresto è stata riportata per la prima volta dal Jerusalem Post nel dicembre scorso. Notizia che ha attivato le proteste di molti attivisti e associazioni che si battono per i diritti civili della comunità LGBTQ+ e di Amnesty International. Tutti uniti per chiedere il rilascio immediato delle due attiviste. Poi è calato il silenzio sull’intera vicenda fino all’annuncio della loro condanna a morte.
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A questo punto, sono riprese le proteste e le pressioni nei confronti delle autorità iraniane. Purtroppo l’Iran da diverso tempo utilizza una politica di guerra nei confronti delle donne e della comunità LGBTQ+.
Il destino delle due attiviste Zahara Sedighi-Hamedani ed Elham Chobdar potrebbe essere già scritto.