In Francia, bambino di 8 anni: “Voglio essere una bambina”. Il padre: “Era depresso, voleva morire”

In Francia un bambino di 8 anni ha confessato ai suoi genitori di soffrire perché era una bambina intrappolata nel corpo di un bambino. Una richiesta di aiuto ascoltata dai genitori

Baptiste è un bambino di 8 anni che da oggi si chiama Lilie. Depressione minacce di suicidio hanno convissuto per parecchio tempo con la piccola Lilie come raccontato da suo padre Guillaume V. al quotidiano La Stampa. Uno stato che li preoccupava a tal punto da alzarsi nel cuore della notte per controllare se respirava ancora. Poi a febbraio scorso la svolta: “Una sera, finalmente, lo scorso febbraio, ci ha detto la verità, che si sentiva bambina prigioniera nel corpo di un bambino. Voleva che la chiamassimo Lilie”.

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Una famiglia come tante, composta dal papà, dalla mamma e da altri due figli: un gemello di Lilie e da una sorella più grande che hanno fatto quadrato intorno alla loro figlia più piccola. Un cammino non facile e con molti ostacoli, infatti, “All’inizio nell’amministrazione scolastica non ne erano convinti. Si chiedevano se Lilie fosse cosciente di tutto questo o se, invece, non fosse stata convinta da noi e fosse suggestionata”.

In loro soccorso le sedute dallo psicologo che hanno convinto l’ufficio  scolastico regionale che Lilie era Lilie ma non per l’Anagrafe perché è ancora troppo presto e quindi bisogna aspettare a quando sarà più grande.

In molti si sono domandati se era troppo presto per iniziare la transizione e lo stesso padre a spiegare che: “Anche noi ci siamo fatti tante domande e siamo andati a consultare delle associazioni Lgbt qui in zona. Ci hanno spiegato che a quell’età la coscienza esiste eccome da quel punto di vista. E poi io mi sono detto: a 8 anni lo sapevo benissimo che ero un maschio”.

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