Brexit la parola al Parlamento

Brexit la parola al Parlamento

Il Primo Ministro britannico, Theresa May stava già preparando l’attivazione dell’Articolo 50 del Trattato di Lisbona che avrebbe dato il via ufficiale alla Brexit quando Gina Miller, 51 anni e businesswoman ha bloccato tutto.

Gina Miller nel mese di ottobre ha deciso di fare ricorso all’Alta Corte di Londra, sostenendo che l’Articolo 50 del Trattato di Lisbona non può essere attivato in nessun modo dal Governo britannico del Primo Ministro, Theresa May ma da un voto del Parlamento.

Nella sentenza dell’Alta Corte di Londra si afferma che:La norma fondamentale della Costituzione del Regno Unito è che il Parlamento è sovrano. La Corte non accetta l’argomento presentato dal Governo e non c’è nulla nell’European Communites del 1972 che lo sostenga. Il Governo non ha il potere, in base alla prerogativa della Corona, di annunciare l’avvio dell’Articolo 50 per il ritiro del Regno Unito dall’Unione Europea”.

La decisione per la Brexit è in mano al Parlamento.

La sentenza dell’Alta Corta di Londra (Se non sarà ribaltata in appello) potrebbe causare un rallentamento alla procedura del Brexit e scatenare una guerra parlamentare tra i sostenitori pro-Brexit e pro-UE. Ricordiamo che la maggioranza dei cittadini scozzesi, gallesi e nord irlandesi si sino schierati contro la Brexit. Il Governo scozzese è andato oltre, ipotizzando un secondo Referendum per l’indipendenza dal Regno Unito. Ipotesi subito respinta dal Primo Ministro britannico, Theresa May.

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A questo punto il Parlamento britannico potrebbe bocciare la Brexit firmata Theresa May aprendo di fatti diversi scenari politici:

1) Potrebbe essere approvata una Brexit soft ovvero restare nel mercato unico europeo e al tempo stesso mantenendo la libera circolazione sul suolo britannico dei cittadini europei;
2) Potrebbe essere indetto un secondo Referendum sulla Brexit 2;
3) L’ultimo scenario potrebbe essere quello nuove elezioni politiche.

Tutti gli scenari sono aperti ma l’Unione Europea come si comporterà?

Il Presidente della Repubblica francese, Hollande durante uno dei primi incontri europei con il Regno Unito con lo status di ex membro aveva dichiarato pubblicamente che se il Primo Ministro britannico, Theresa May “desiderava” una Brexit dura, che Brexit dura sarebbe stata.

L’Oscar per la migliore battuta sulla Brexit spetta all’ex Sindaco di Londra e attuale Ministro degli Esteri, Boris Johnson che durante la consegna del Premio “Comeback of the Year”, come ha riportato l’agenzia di stampa Adnkronos ha fatto ridere la platea presente affermando che: “Brexit significa Brexit, e il Governo né farà un successo titanico”.

A questa affermazione, uno spettatore ha urlato: “E’ affondato” riferendosi alla tragedia del 1912 del Titanic, affondato nel suo viaggio inaugurale. Uscita quella del Ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson che ha fatto mettere le mani nei capelli al Primo Ministro, Theresa May.

La partita della Brexit tra il Regno Unito e l’Unione Europea è ancora aperta ma la battaglia decisiva sarà tutto interna allo stesso Regno Unito e al Governo May.

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