Brasile. Ragazzo gay ucciso. L’ennesimo!

In Brasile si registra (purtroppo) l’ennesimo omicidio a matrice omofoba, dopo una breve tregua è stato ucciso Marcos Souza, 19 anni. Ucciso con due coltellate dritte al cuore al Parco Ibirapuera (San Paolo). Le autorità che indagano sulla tragedia seguono la pista omofoba, anche grazie alle dichiarazioni rilasciate degli amici della vittima dove affermano che da mesi un gruppo di persone omofobe stava perseguitando e minacciando la comunità gay locale, infatti, secondo quanto riportato da un amico di Marcos:E’ sicuramente stato ucciso perché gay, ci hanno minacciato spesso e poi non è stato derubato dei soldi e del telefono. Eravamo al parco dove si trovano tutti i gay e le lesbiche della zona, ci sono un sacco di banchetti di bevande e hot dog, noi dovevamo comprare le sigarette e lui ne ha approfittato per cercare un posto per fare pipì. Poi abbiamo sentito delle urla strazianti, quando siamo corsi sul posto abbiamo visto da lontano Marcos che lottava con un uomo armato, che lo ha accoltellato due volte prima di fuggire. Quando siamo arrivati Marcos era vivo ma ricoperto di sangue, riusciva a malapena a parlarci”. Dopo l’aggressione Marcos è stato prontamente portato all’ospedale, purtroppo non è riuscito a salvarsi. Il ragazzo è deceduto in sala operatoria a causa delle ferite riportate durante l’aggressione. Uno dei dottori ha dichiarato che Marcos aveva il cuore aperto a metà!

In Brasile nei mesi precedenti c’è stata una vera e propria ondata di aggressioni e omicidi a sfondo omofobo e Marcos è l’ultimo nome che si aggiunge a questa tragica lista di morte e sangue innocente.

stop-omofobia

 

«Determinazione, coraggio e fiducia in se stessi sono fattori decisivi per il successo. Non importa quali ostacoli e difficoltà incontreremo, se si avrò una determinazione incrollabile saremo in grado di superarli» questo è un messaggio postato nella bacheca della pagina personale di Facebook di João Antonio Donati. Un ragazzo di 18 anni, tranquillo, normale con sogni e desideri per il proprio futuro. João Antonio Donati era gay e il suo corpo fu ritrovato un mercoledì mattina di quest’anno in un campo di Inhumas presso la regione di Goiânia (Brasile) con il volto ricoperto di lividi, il collo rotto e all’interno della bocca un sacchetto di plastica, forse l’arma utilizzata per ucciderlo e un biglietto con frasi omofobe.

Le associazioni LGBT brasiliane decisero di scendere in piazza per João Antonio Donati e per chiedere a gran voce la rapida approvazione del progetto di legge riguardante la criminalizzazione dell’omofobia presso il Congresso. Nella pagina ufficiale della manifestazione di Facebook si poteva leggere: “Questa protesta è per te, João, e per tutti i tuoi familiari, amici e parenti che piangono una perdita prematura così tragica e cruenta. La criminalizzazione dell’omotransfobia è una risposta che dev’essere data a tutte le persone LGBT di San Paolo. Siamo in tanti e abbiamo dei diritti”.

Attualmente in Brasile solo due stati prevedono protezione contro la discriminazione per l’orientamento sessuale dal 1989 e sono il Mato Grosso e il Sergipe.

Tempo dopo l’omicidio di João Antonio Donati, un gruppo di persone omofobe nella stazione metropolitana di Jabalpur individuò tre ragazzi omosessuali in luoghi diversi della stessa stazione e accoltellati più volte con l’obiettivo di ucciderli. Mentre gli pugnalavano, gli aggressori urlavano offese omofobe nei confronti delle proprie vittime. Dei tre ragazzi aggrediti si salvarono in due. Samuel Rocha un ragazzo di 23 anni morì dissanguato a causa delle riferite riportate durante la terribile aggressione omofoba.

Brasile. Ragazzo gay ucciso. L’ennesimo! Ucciso solo  per essere se stesso!

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Fonte: bitchyf.it

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