Adottato da coppia gay dopo 3 rifiuti.

Adottato da coppia gay dopo 3 rifiuti.

I bambini abbandonati dalle proprie madri o famiglie prima di riuscire a trovare una famiglia che li adotti per darli una casa, una famiglia e l’amore che gli sono stati negati, vivono in un limbo fatto di attesa, burocrazia, delusioni, illusioni e tanto desiderio di essere amati. Molti i minori in cerca di una nuova famiglia che non riescono a trovarla, anche se esistono tante persone che cercano ma che purtroppo non rispondono a determinati requisiti di legge. I movimenti Pro Vita (e non solo loro) quando sentono parlare di adozioni da parte di coppie omosessuali, apriti cielo.  Iniziano ad affermare che i bambini hanno bisogno di un padre e di una madre e che solo questo ‘formato’ di famiglia può farli crescere sani e forti, tutto il contrario di avere due padri o due madri che poi recenti studi hanno dimostrato che i bambini cresciuti in famiglie omo genitoriali crescono come gli altri loro coetanei delle famiglie ‘tradizionali’. In Brasile lo scorso ottobre Gilberto e Rodrigo hanno ufficialmente adottato il piccolo Paolo, ecco il loro racconto dei loro primi mesi di vita insieme:

  “Dopo tre mesi dalla richiesta al Tribunale della Famiglia di Rio ad ottobre abbiamo ricevuto una chiamata che ci avvisava che era stato trovato un bambino che si adattava al nostro profilo, si trovava in un rifugio in una piccola città nella Valle Jequitinhonha. Durante il lunghissimo viaggio per andare a prenderlo io e il mio compagno eravamo emozionatissimi.

Arrivati in questo umile orfanotrofio abbiamo visto questo bambino di quattro anni che si stava avvicinando sospetto, ma dopo 15 minuti già stava giocando allegramente con noi. I nostri cuori erano pieni di speranza, era troppa emozione, troppa mancanza da una parte e dall’altra, il bisogno improvviso di scoppiare in lacrime di gioia era troppo forte. Il piccolo era finito in orfanotrofio a 2 anni, i genitori erano alcolizzati, la madre poi era morta e il padre non se la sentiva di crescerlo. Sei mesi dopo una donna aveva adottato Paolo, ma il fratello di questa signora e i vicini l’avevano denunciata per maltrattamenti e il bambino era tornato al rifugio. Successivamente altre 3 coppie avevano visitato l’orfanotrofio, inviate dal tribunale per adottare Paolo, le prime due lo avevano respinto perché troppo nero, l’ultima perché brutto e ritardato.

Gilberto, Rodrigo e il loro figlio Paolo.
Gilberto, Rodrigo e il loro figlio Paolo.

 

 

Oggi, sono quattro mesi che Paolo è nella nostra vita qui a Rio. Lui è in età prescolare, frequenta corsi di nuoto e di fitness e credetemi che non potrebbe essere più felice della sua nuova vita. Si tratta di un esercizio particolare della paternità, stiamo cercando di dargli un senso di appartenenza e di accettazione, aveva bisogno di una famiglia e ne ha una adesso. Abbiamo bisogno di amare e di insegnare ciò che è l’amore. Ma abbiamo bisogno anche di educare. Non vogliamo crescere un piccolo tiranno viziato, per essere buoni genitori bisogna anche esercitare l’arte di dire di no. Ma non è così in tutte le famiglie?

Rilasciamo queste dichiarazioni per mostrare la nostra normalità, siamo una famiglia normalissima, due padri con il loro figlio, due gatti e il nostro cane”.

Gilberto, Rodrigo e il loro figlio Paolo.
Gilberto, Rodrigo e il loro figlio Paolo.

 

Le tre coppie di genitori ‘normali’, invitati dal tribunale per adottare il piccolo Paolo l’hanno respinto senza tanti complimenti. Le prime due per una questione di ‘colore’ troppo scuro, la terza coppia perché lo riteneva troppo brutto e ritardato. I bambini non sono pacchi o peggio dei prodotti da scegliere all’interno di un negozio. I bambini sono il nostro futuro. I bambini sono esseri umani e come tali devo essere amati.

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