Unioni Civili La morte di Franco e la Chiesa
“So che tanti pensano che la prima parola da dire sarebbe “scusa”: per le incomprensioni, per la freddezza, per la rigidità. Ma dovrebbe farlo qualcuno più importante di me. Io, invece, vi dico ‘grazie’, perché voi, Franco e Gianni, con la vostra ostinazione, ci avete dato la possibilità di pensare a una Chiesa in grande, accogliente, capace di andare oltre e di non lasciare indietro nessuno: la Chiesa che noi sogniamo”.
Queste le parole del rappresentante del Vescovo, Don Gian Luca Carrega durante le esequie di Franco Perrello (83 anni), deceduto alcuni giorni fa dopo aver coronato 5 mesi fa il suo SOGNO D’AMORE con il suo compagno di una vita, Gianni. La prima coppia unità civilmente a Torino.
Franco e Gianni, dopo una lunga attesa sono riusciti a unirsi civilmente, formando per lo Stato una famiglia (Anche se erano già una famiglia) ma purtroppo la malattia ha portato via Franco.
Alla notizia della morte di Franco, i soliti omofobi si sono scatenati come riporta il sito Gayburg: “Unioni civili: morto Franco, con Gianni prima copia di Torino. Adesso è ufficiale, la Cirinnà porta anche sfiga”. Questo meschino messaggio è apparso nella bacheca pubblica Facebook di un gruppo denominato “Buonavitaitalia”.
Il messaggio di Don Gian Luca Carrega è il vero volto della Chiesa e del pensiero cristiano (Ovviamente per chi crede) e non quello che è spacciato dai gruppi omofobi che pur di giustificare il loro odio nei confronti delle persone LGBT, ritengono di essere dei nuovi Messia scesi in terra a nome di Dio.