Il tuffatore olimpico britannico Tom Daley è sceso in campo a favore delle atlete transgender: ‹‹ Devono poter condividere sé stesse per ciò che sono››
La decisione della FINA (Federazione Internazionale di Nuoto) in merito alle atlete transgender ha scatenato una serie di polemiche. Secondo la nuova norma, le atlete trans potranno prendere parte alle competizioni nella categoria donne “solo se in transizione prima dei 12 anni”.
Inoltre la FINA ha comunicato l’istituzione di una ‘categoria aperta’ specifica per gli atleti transgender, anche se sino a oggi è avvolta nel mistero.
Al Pride Glasgow i partecipanti hanno bloccato un gruppo anti-LGBTQ+
Come dicevamo prima, questa decisione ha scatenato numerose prese di posizioni sia a favore sia contrarie e durante il British LGBT Awards, Tom Daley ha detto:
‹‹ Non è accettabile che si dica a qualcuno che non può competere o non può fare qualcosa che ama soltanto per ciò che è. Mi sento molto coinvolto in questa cosa: bisogna dare alle persone trans la possibilità di condividere sé stesse per ciò che sono››.
USA, Justin Lindsay cheerleader transgender nella NFL
Secondo molti la partecipazione delle atlete trans nella categoria donne comporterebbe una maggiore prestanza fisica rispetto alle donne cisgender che partirebbero svantaggiate rispetto alle loro dirette concorrenti. Questo in sintesi il problema delle atlete transgender. Quindi ecco il divieto alle atlete trans di gareggiare nella categoria donne.
Però, secondo alcuni endocrinologi non esisterebbe nessuna prova scientifica che dimostri un vantaggio biologico delle atlete transgender nei confronti delle atlete donne cisgender.
In vendita su AMAZON
Ebook a 0.99 euro
Copertina rigida a 19.24 euro
Copertina flessibile a 12.48 euro