I senatori del Partito Democratico sono riusciti a bloccare la controversa legge anti-transgender
La “Protection of Women and Girls in Sports Act”, fortemente sostenuta dal Partito Repubblicano, è stata respinta in Senato con 51 voti contrari, 45 favorevoli e 4 astensioni (tra cui due senatrici repubblicane).
Se approvata, la legge avrebbe modificato la norma del 1972, nota come “Titolo IX”, che garantisce pari opportunità alle donne nello sport e nell’istruzione, stabilendo che l’idoneità alla partecipazione sportiva nella categoria femminile fosse basata esclusivamente sul sesso biologico assegnato alla nascita. Escludendo, di fatto, le persone transgender.
I Democratici hanno attaccato affermando che si trattava solo di un atto discriminatorio nei confronti delle persone transgender e che non avrebbe di certo aiutato a proteggere le donne cisgender. I sostenitori di questo contestato disegno di legge hanno, come sempre, argomentato che la presenza di atlete transgender nelle competizioni femminili potrebbe compromettere la parità di genere e, al tempo stesso, creare disparità di prestazione. Tuttavia, secondo diverse voci, il numero delle atlete transgender è molto esiguo e, inoltre, non esistono studi scientifici conclusivi che confermino il vantaggio biologico delle atlete transgender sulle atlete cisgender.
Un voto che rappresenta una vittoria per i diritti civili delle persone transgender negli Stati Uniti, ma che getta le basi per una guerra contro la creazione di una nuova America bianca, eterosessuale e ricca, imposta dal Presidente Donald Trump e dal suo “braccio destro” Elon Musk.