Le strutture ospedaliere in Italia hanno molte mancanze. Nel Lazio la UIL regionale ha indagato sulla reale situazione degli ospedali della Capitale e della Regione Lazio e con 2500 fotografie (120 delle quali agghiaccianti) hanno rivelato una situazione ai limiti della legalità.
Tra sotterranei lugubri e luridi, rifiuti radioattivi “dimenticati” in giro, infissi sgangherati, bagni inagibili e fatiscenti, barboni che dormono all’interno del Pronto Soccorso fra i pazienti all’Ospedale Santo Spirito il sangue di un paziente raccolto non nelle normali sacche del drenaggio ma in un secchio di plastica!
Un fatto che ha dell’incredibile e tutto perché ad agosto erano terminate le sacche del drenaggio.
Sale operatorie (Che dovrebbero restare sterili) utilizzate come deposito all’Ospedale San Camillo mentre all’Ospedale San Giuseppe di Albano-Genzano, i pazienti venivano “coperti” con fogli di giornale.
Al Grassi di Ostia esiste una vera e propria emergenza amianto poi tra degrado e sporcizia, si vedono utilizzare bicchieri usati come contenitori di urine in “sostituzione” dei contenitori sterili.
La sanità della Regione Lazio è al collasso con 3600 posti letto che sono stati ridotti negli ultimi 5 anni mentre i tagli al personale è stato di 3700 operatori.
Troviamo anche reparti chiusi, ospedali che sono stati declassati e medici dequalificati, senza contare la mancanza di determinati farmaci divenuti troppo costosi per le casse regionali.
A questo punto ci domandiamo a chi possa giovare questa drammatica situazione della sanità pubblica italiana?
Anche se le colpe di questo disastro non posso essere tutte imputate alla politica Nazionale, anche chi ha amministrato in questi anni la Sanità pubblica nel Lazio ha le sue colpe.
Fonte: Google News; Il Giornale; Verosimilmente Vero Blog.