Rio 2016 Gli angeli custodi dei nuotatori. I “ Guarda-Vidas”
Se gli Stati Uniti d’America hanno avuto una giovane Pamela Anderson “Baywatch”, i brasiliani non sono da meno con i loro “Guarda-Vidas” con l’unica differenza che questi ultimi li troviamo al bordo vasca nelle piscine olimpioniche per le gare di nuoto, tuffi e partite di pallanuoto.
Non si tratta di uno scherzo ma a Rio 2016 sono stati schierati 70 “Guarda-Vidas” per la sicurezza degli atleti in gara. Atleti del calibro di Phelps, Paltrinieri, Pellegrini, Detti, Daley, Cagnotto e tutti gli altri campioni.
Sembra strano, visto che siamo alle Olimpiadi e tutti i partecipanti alle gare sanno nuotare abbastanza bene e allora?
Dietro lo spiegamento di 70 “Guarda-Vidas” esiste una spiegazione a norma di Legge e anche che l’incidente può sempre capitare, anche agli atleti professionisti come ha spiegato il loro stesso superiore Rodrigo De Oliviera: “E la Legge brasiliana prevede che ogni piscina con dimensioni superiori ai 6 metri per 6 debba avere un servizio di sorveglianza” anche durante le Olimpiadi di Rio 2016.
La Legge è Legge.
Rodrigo De Oliviera è soddisfatto di come sono andate le Olimpiadi e anche del bilancio finale della sua esperienza. Bilancio di zero interventi.
La loro presenza ai bordi della piscina non è passata inosservata ai navigatori del web che come sempre non hanno perso tempo a fare commenti sarcastici ma fortunatamente i 70 “Guarda-Vidas” hanno reagito alle critiche con allegria.
Sempre Rodrigo De Oliviera ha dichiarato che: “Può capitare un malore o un trauma. Nei tuffi e nelle partite di pallanuoto gli incidenti sono sempre in agguato” e poi “Siamo dei professionisti e lavoriamo in simbiosi con il team medico per otto ore al giorno”.
Veri professionisti.
Alla fine la foto del bordo vasca dell’Aquatico Olimpico di Rio del bagnino annoiato alle spalle del nuotatore statunitense Ryan Locht resterà nella storia delle Olimpiadi.