Non tutta la comunità LGBTQ+ britannica si sente rappresentata dalla monarchia e dalla Royal Family
L’enfasi e i festeggiamenti per l’incoronazione di re Carlo III (evento storico, perché l’ultima incoronazione risale a 70 anni fa con la regina Elisabetta II) stanno poco alla volta scemando, il Regno Unito sta tornando alla realtà.
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Una realtà fatta di crisi economica ed energetica, scioperi in molti settori della società sociale, venti indipendentisti scozzesi, gallesi e irlandesi e anche il movimento antimonarchico ha rialzato la testa.
In alcune parti del Regno Unito, Londra compresa non sono mancate le manifestazioni di protesta contro la monarchia e Carlo III. Anche i costi per l’incoronazione – in momento di forte crisi economica – hanno fatto storcere il naso a molti cittadini. Secondo le stime della BBC la cerimonia ha avuto un costo compreso tra i 50 milioni e i 100 milioni di sterline (tra i 63 e i 125 milioni di dollari).
E per la comunità LGBTQ+ britannica? Non sarebbe molto a favore della monarchia, secondo un sondaggio indetto tra i lettori di Gay Times, proposto qualche giorno prima dell’incoronazione di re Carlo III.
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Alla domanda se si sintonizzeranno per guardare la cerimonia d’incoronazione di re Carlo III l’87% delle 17.066 persone che hanno preso parte al sondaggio, hanno dichiarato che faranno altro mentre solo il 13% ha dichiarato che guarderanno la cerimonia.
In merito alla domanda: la monarchia deve essere abolita? Il 78% si è schierato a favore dell’abolizione e solo 22% si è detto contrario.
E in fatto di diritti LGBTQ+ e Royal Family? I dati parlano chiaro. Il 97% dei partecipanti del sondaggio hanno dichiarato che la Royal Family deve fare maggiori sforzi per la comunità LGBTQ+ e solo il 3% si è detto soddisfatto dei membri della Royal Family.