Attivato in Pakistan, un servizio di ride-sharing per le persone transgender e per le donne
Si tratta di un tentativo di aumentare la protezione delle persone transgender e delle donne da parte di un’azienda pakistana che ha lanciato il nuovo servizio di ride-sharing.
Questo nuovo servizio, chiamato SheDrives è stato lanciato da poco e come affermato dall’Amministrato Delegato dell’azienda, Ammaz Farooqui, è un modo per proteggere le persone transgender e le donne da possibili discriminazioni e molestie. In questo periodo il servizio è operativo solo nella seconda città più grande di Lahore, ma è possibile anche un’espansione in altre città del Pakistan, in modo tale da coprire le maggiori città.
Ricordiamo che il Pakistan è una nazione conservatrice a prevalenza musulmana, e quindi le persone transgender – come le donne – devono affrontare alti livelli di discriminazione e anche episodi di violenza, abusi sessuali, aggressioni e omicidi. Infatti, è comune per le persone transgender non iscriversi alle scuole normali.
Inoltre i rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso – in particolare tra uomini – sono illegali e puniti con penne carcerarie fino a due anni, anche se raramente vengono applicate.
Ammaz Farooqui vede la sua attività come un modo per andare in aiuto alle due comunità più emarginate e in pericolo del Pakistan ovvero le persone transgender e le donne.
‹‹Ho fatto un piccolo passo e potremmo espandere questo servizio ad altre città››
No solo, l’aspetto unico sta nel fatto che sia i conducenti sia i passeggeri di questo servizio saranno esclusivamente persone transgender e donne. E tutti i veicoli avranno dei loghi rosa come distintivo di riconoscimento.
La vita della comunità LGBTQIA pakistana non è facile. Basta dire che un uomo è stato costretto con la forza da parte delle autorità ad essere ricoverato in una struttura psichiatra, solamente perché aveva tentato di aprire il primo locale gay nel Paese.
L’iniziativa di Ammaz Farooqui è un primo passo di luce nel tunnel dell’omotransfobia e della misoginia del Pakistan.