Le percentuali più alte tra le persone transgender e quelle non binarie
Un recente studio dell’associazione Galop (principale organizzazione benefica anti-abusi per le persone LGBTQ+) ha portato alla luce dati drammatici: 1 persona LGBTQ+ su 5 ha subito i trattamenti delle pratiche di conversione.
Inoltre, la ricerca ha evidenziato che le persone più colpite sono i transgender con il 43% e le persone non binarie con il 36%.
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Le pratiche di conversione non hanno basi scientifiche e sono condannate dagli esperti sanitari a livello mondiale, e dalla stessa Organizzazione Mondiale della Salute.
In pratica si tratta di torture fisiche e psicologiche ai danni delle persone LGBTQ+. Alcune Nazioni (ancora molto poche) hanno approvato Leggi per il divieto di queste pratiche. Nel Regno Unito, la messa al bando di queste pratiche sono in sospeso da 5 anni.
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Di seguito alcune testimonianze di vittime delle terapie riparative riportate all’associazione Galop.
“Mia madre ha cercato di farmi uscire con gli uomini quando stavo con una donna, mi ha esposto a immagini di genitali maschili, atti sessuali eterosessuali e pornografia per ‘aggiustarmi’, e minacciato di avvelenare il mio cibo su base regolare quando mi sono rifiutata di rompere con la mia ragazza”.
La maggior parte delle persone (56%) che ha subito le torture di queste pratiche ha dichiarato che è stata costretta dalla propria famiglia.
“Mi è stato detto che non potevo essere gay mentre vivevo sotto il tetto di mio padre, e sono stato cacciato di casa la settimana in cui ho compiuto i 16 anni”.
Una situazione in netto peggioramento per la comunità LGBTQ+ britannica, mentre il Governo di Londra continua far finta di nulla.
Foto di copertina: kalhh da Pixabay