Le procedure mediche forzate per gli intersex sono una violazione dei diritti umani

Le procedure mediche forzate per gli intersex sono una violazione dei diritti umani
Le procedure mediche forzate per gli intersex sono una violazione dei diritti umani

Il Consiglio per i Diritti Umani dell’Organizzazione delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione rivoluzionaria in merito alle persone intersex

Alla fine il Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU ha stabilito che le procedure mediche non strettamente necessarie per la “normalizzazione” delle persone intersex è da ritenersi una violazione dei diritti umani.

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I trattamenti pseudo-medici sulle persone intersex risale agli Anni ’50 e comprendo interventi chirurgici e cure ormonali e i danni provocati da queste procedure mediche forzate, sono molti – sia fisici sia mentali -, in particolare se eseguiti in tenera età.

Gli interventi chirurgici possono causare: dolore cronico e perdita di sensibilità e funzionalità degli organi genitali.

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Mentre i danni causati dalle terapie ormonali indesiderate e non attentamente monitorate consistono in diversi effetti collaterali, oltre a un senso di estraneità nei confronti del proprio corpo.

Però è la mente che subisce il danno maggiore. Infatti, la persona intersex si sentirà violata nel proprio corpo e nella propria anima. In molti – dopo questi trattamenti – sperimentano ansia, traumi, depressione e difficoltà nell’accettare la propria identità.

I dati parlano che l’1.7% della popolazione mondiale è intersex, cioè nasce con caratteristiche fisiche, genetiche oppure ormonali che non possono essere inseriti nelle convenzionali definizioni dei due generi considerati “principali”: maschile e femminile.

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La risoluzione dell’ONU è un altro passo in avanti all’autodeterminazione delle persone intersex nel mondo, anche se la strada verso l’uguaglianza è ancora molto lunga e difficile.

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