Kenya: non c’è posto per i gay nel Paese

Il Continente nero è sempre più “oscuro” e “tetro” per quanto riguarda l’omofobia, in particolar modo il Kenya.

Uhuru_Kenyatta_Presidente_Kenya
Uhuru_Kenyatta_Presidente_Kenya

La Republic of Kenya è saltata agli onori della cronaca per il drammatico attentato (2 aprile 2015) da parte di un gruppo jihadista somalo all’interno del campus universitario di Garissa, dove rimasero uccisi 148 studenti (In prevalenza di religione cristiana) e 4 membri dello stesso commando jihadista. Una tragedia che ha sconvolto il mondo intero per la sua ferocia e crudeltà, senza contare la giovane età delle vittime.

Ragazzi uccisi a sangue freddo per la sola “colpa” di professare un culto religioso differente dai loro assassini, infatti, secondo le varie ricostituzioni dei fatti, i terroristi islamici una volta fatta irruzioni nei vari dormitori domandavano alle loro vittime quale fosse il loro credo religioso per poi dividerli secondo quell’ordine.

Gli studenti di religione musulmana gli fu concesso di continuare a vivere mentre agli studenti non musulmani furono trucidati a sangue freddo da terroristi islamici.

Tutti hanno condannato queste terribili morti. Morti causate da odio razziale, lo stesso odio che il Governo della Republic of Kenya riversa nei confronti dei loro stessi cittadini omosessuali.

Il Kenya è tristemente “famoso” per la sua omofobia di Stato e per essere una delle nazioni più omofobe al mondo con un 96% di cittadini che considera “Inaccettabile” l’omosessualità.

In vista dell’arrivo del Segretario di Stato degli Stati Uniti d’America, John Kerry in Kenya, il vice-presidente William Ruto ha rilasciato le seguenti affermazioni riguardo all’omosessualità nella sua Nazione: “Non permetteremo l’omosessualità nella nostra società perché’ viola i nostri principi religiosi e culturali. Non c’è spazio per l’omosessualità in questo Paese, ve lo posso assicurare”. Senza dimenticare di dare il proprio sostegno ai leader religiosi che difendano la fede in Dio.

Queste dichiarazioni sono state fatte durante una funzione religiosa in una chiesa poco distante alla capitale Nairobi.

Una condanna senza mezzi termini dell’omosessualità. Frasi che potrebbero essere paragonate a quelle rilasciate diversi anni addietro dall’ex Presidente dell’Iran Mahmud Ahmadinejād (In carica dal 2005 al 2013) in cui affermava che in Iran non c’erano omosessuali, infatti, li impiccavano nelle pubbliche piazze sotto gli sguardi compiacenti della popolazione e quelli indifferenti dell’intera comunità internazionale.

Il Segretario di Stato degli Stati Uniti d’America, John Kerry incontrerà l’attuale Presidente del Kenya Uhuru Muigai Kenyatta per discutere di sicurezza e terrorismo, oltre che di diritti umani e bisogna ricordare che il Presidente Keniano si trova sotto processo presso il Tribunale Penale Internazionale dell’AIA con l’accusa di crimini contro l’umanità.

In ben 36 Nazioni dell’Africa l’omosessualità è vietata per legge (come Nigeria e Gambia) e in 4 di essi vige la pena capitale. Anche il partito di maggioranza dell’Uganda ha tentato inutilmente di fa approvare dal Parlamento una legge che prevedeva la pena di morte per gli omosessuali che fortunatamente è stata rispedita al mittente, ma la guerra non è terminata, infatti, il Partito di maggioranza non rinuncerà a quella determinata proposta di legge anti-LGBT.

Al peggio non c’è mai fine.