Il presunto Golpe ai danni del “Sultano” Erdogan è fallito dando il via alle epurazioni. In molti ritengono che quelle determinate liste con nomi e cognomi dei presunti nemici fossero già pronte da diverso tempo.
Il nome dell’ideatore del presunto Golpe è quello del predicatore religioso Fethullah Gulen dal 1999 in esilio volontario negli Stati Uniti d’America e grande oppositore del regime del “Sultano” Erdogan.
Adesso dopo la conquista della Turchia, il “Sultano” Erdogan si appresta a sfidare gli Stati Uniti d’America, curiosamente entrambi alleati poiché membri della NATO.
La richiesta ufficiale relativa all’estradizione del predicatore religioso Fethullah Gulen in Turchia sarà formalizzata tra qualche giorno al Governo statunitense e l’annuncio è stato dato dallo stesso “Sultano” Erdogan durante l’intervista rilasciata all’emittente televisiva statunitense Cnn.
Il Segretario di Stato statunitense John Kerry aveva subito assicurato ad Ankara il pieno appoggio del Governo di Washington per le indagini riguardanti il fallito colpo di Stato ma per quanto riguardava l’eventuale estradizione del predicatore religioso Fethullah gulen, l’appoggio non era tanto sicuro.
Alla domanda su cosa avrebbe fatto nel caso di una mancata estradizione dagli Stati Uniti d’America del predicatore religioso Fethullah Gulen (Ritenuto dal Governo di Ankara la mente dietro il Golpe) il “Sultano” Erdogan ha dichiarato che: “Se tu chiedi che qualcuno sia estradato, e tu sei un mio partner strategico, io obbedisco, rispetto l’accordo. Ma se tu non fai lo stesso… ci dovrebbe essere reciprocità in questo genere di cose”.
Il Governo di Ankara ha inviato agli Stati Uniti d’America 4 dossier in cui si prova la colpevolezza del predicatore religioso Fethullah Gulen.
L’Unione Europea (Ricordo che la Turchia ha fatto domanda per entrare nell’UE), gli Stati Uniti d’America e la NATO si ritroveranno ad affrontare la possibile reintroduzione della pena di morte in Turchia.
Lo stesso “Sultano” Erdogan ha dichiarato che nel caso il Parlamento dovesse preferire la reintroduzione della pena di morte in Turchia, lui la approverebbe senza tanti problemi, infatti, (Sempre secondo il “Sultano” Erdogan) ci “troviamo di fronte ad un evidente crimine di tradimento. Ma ovviamente spetterà al parlamento assumere una decisione (sulla pena di morte) di valore costituzionale. Per cui i leader (dei diversi partiti) dovranno incontrarsi e discuterne. Se accetteranno di discuterne, come presidente approverò ogni decisione che verrà presa in Parlamento”.
In caso di ripristino della pena di morte da parte della Turchia l’Unione Europea ha già fatto intendere che saranno bloccati i colloqui per l’adesione.
Fonte: Huffington Post Italia