Il secondo mandato alla Casa Bianca potrebbe significare la cancellazione dei diritti alla comunità LGBTQIA
La nuova elezione alla presidenza statunitense di Donald Trump mette davanti alla comunità LGBTQIA una nuova minaccia: l’eventuale abolizione del matrimonio egualitario.
Le idee ultra-conservatrici del nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump – che si insedierà a Capitol Hill il 20 gennaio 2025 – non sono un mistero per nessuno come dimostrato con la revoca della sentenza “Roe vs Wade”, che garantiva il diritto all’aborto.
Negli Stati Uniti d’America il matrimonio egualitario è in vigore dal 26 giugno 2015 grazie alla storica sentenza della Corte Suprema “Obergefell vs Hodges” e potrebbe essere cancellato dalla Corte Suprema rimodellata dallo stesso Donald Trump con un indirizzo ultra-conservatore.
Anche se la maggioranza dei cittadini statunitensi sia favorevole alla protezione legale per i cittadini LGBTQIA, il supporto generale alle Leggi di Tutela dei Diritti Civili LGBTQIA è negli ultimi anni drasticamente diminuita, in particolare tra i Repubblicani.
Il 5 novembre non si è votato solo per l’elezione del nuovo inquilino della Casa Bianca, infatti, gli elettori della California, del Colorado e delle Hawaii si sono recati alle urne per votare la modifica delle loro rispettive Costituzioni e rimuovere dai testi ogni parola che potesse lasciar intendere che il matrimonio sia solo quello tra uomo e donna.
In California ha votato a favore il 61%; In Colorado ha votato a favore il 63%; Alle Hawaii ha votato a favore il 52%.