Il movimento gay spagnolo sotto il Franchismo

Il movimento gay spagnolo sotto il Franchismo

La Spagna è uno degli Stati più progressisti al mondo in fato di diritti civili per le persone LGBTQ ma non è sempre stato così

La Spagna per quasi quarant’anni – dal 1939 al 1975 – è stata vittima della dittatura fascista del Generalissimo Francisco Franco che ha imposto alla popolazione spagnola una severa politica di censura, controllo e persecuzione, al fine di soffocare ogni minimo focolaio di resistenza e lotta contro il suo regime.

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Tra le vittime della sua dittatura ci sono stati molti oppositori politici e anche i gay, che hanno dovuto nascondere – per decenni – la loro identità e al tempo stesso subire violenze, umiliazioni, il carcere e anche la vita a causa del loro essere gay.

Siamo nel 1954, quando il regola dittatoriale fascista di Franco approva la Legge sulla pericolosità e la riabilitazione sociale, in cui i gay erano considerati al pari dei delinquenti sociali come i ladri, i mendicanti, i tossicodipendenti e le prostitute.

Questa Legge prevedeva la possibilità di arrestare, multare, internare in campi di lavoro o nei manicomi, oppure di sottoporre a terapie di conversione forzata qualsiasi cittadino sospettato di essere gay o di avere avuto rapporti con persone dello stesso sesso. La polizia franchista poteva tranquillamente perquisire le case, i locali e i cittadini senza mandato, inoltre, gli agenti franchisti ebbero la mano pesante e utilizzarono la tortura e la violenza per estorcere le confessioni.

Secondo i dati, tra il 1954 e il 1975 il regime franchista arrestò circa 5 mila cittadini gay e altri ancora subirono abusi e discriminazioni.

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Nonostante il regime di terrore franchista, molti gay riuscirono a unirsi e a resistere grazie alla creazione di reti di solidarietà e di sostegno. Ad esempio a Barcellona, a Madrid e a Valencia la repressione omofoba del regime franchista fu meno pesante, grazie alla presenza di intellettuali, artisti e studenti. Alcuni locali spagnoli come ad esempio il Chicote (bar) e il Doré (cinema) si trasformarono in punti di incontro e di rifugio per i cittadini gay.

Altri invece si organizzarono in gruppi clandestini come il Movimento Spagnolo di Liberazione Omosessuale (MELH) fondato nel 1971 con ispirazione delle lotte dei diritti civili LGBTQ statunitensi e francesi.

Solo alla morte del dittatore fascista Francisco Franco – avvenuta nel 1975- si aprì la transizione democratica della Spagna con la consegna della Corona Spagnola a Juan Carlos I di Borbone (designato nel 1969 dallo stesso dittatore come suo successore).

La Legge anti-gay franchista fu poi abolita nel 1979 con la depenalizzazione dell’omosessualità. In questo periodo nasceranno numerosi movimenti e associazioni LGBTQ come il Fronte di Liberazione Gay della Catalogna (FAGC), il Collettivo Gay di Madrid (COGAM) e il Movimento Omosessuale di Azione Rivoluzionaria (MOHAR).  

La vita dei gay in Spagna durante la dittatura fascista di Franco è stata una storia di sofferenza, ma anche di coraggio e di speranza. I gay hanno lottato per la loro dignità e per la loro libertà, e hanno contribuito alla democratizzazione e alla modernizzazione del paese. Oggi, la Spagna è uno dei paesi più avanzati in materia di diritti civili LGBTQ, e la memoria dei gay perseguitati dal franchismo è un monito contro ogni forma di oppressione e di intolleranza.

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