Cina Attivisti LGBTI chiedono il matrimonio gay

La Repubblica Popolare Cinese è in fermento per l’idea di modificare il proprio Codice Civile. E gli attivisti LGBTI premono per il riconoscimento del matrimonio gay in Cina, proprio grazie a questa decisione del Governo di Pechino.

Il Congresso Nazionale del Popolo della Repubblica Popolare Cinese ha avviato una consultazione popolare sulle possibili modifiche da apportare al Codice Civile. Indagine che terminerà il 3 novembre prossimo.

Riconoscimento del matrimonio gay e più diritti

L’attivista Sun Wenlin ha incoraggiato i cittadini a inviare al Governo centrale la proposta del riconoscimento del matrimonio gay. Inoltre chiede una Legge anti-discriminazione LGBTI.

La situazione dei cittadini LGBTI in Cina è ancora difficile a causa della società conservatrice che mette al centro la famiglia tradizionale. Anche se il Governo di Pechino ha fatto numerosi passi in avanti per la liberazione e il riconoscimento delle persone LGBTI, mancano le Leggi che gli tutelino.

Dal 2011 l’omosessualità non è più una malattia mentale

Nel 1997 è stato legalizzato il sesso gay e solo nel 2011 l’omosessualità è stata tolta dall’elenco delle malattie mentali.

La strada in direzione dell’integrazione è ancora lunga. E pensare che Taiwan (Considerata dal Governo di Pechino come una provincia ribelle) nel 2017  ha affermato che il divieto del riconoscimento del matrimonio gay era incostituzionale.

I cinesi LGBTI ancora nascosti nell’armadio

La vita delle persone LGBTI in Cina è ancora difficile e tra censure e omofobia in molti decidono di restare nascosti ‘dentro l’armadio’. Altri decidono di organizzare falsi matrimoni etero per fuggire dalla pressione della famiglia. Circa il 70% dei gay cinesi è sposato con donne.

Speriamo che il prossimo referendum possa portare a un cambiamento sui diritti civili delle persone LGBTI, oltre al riconoscimento del matrimonio gay in Cina. Una conquista che non può essere più rinviata. Prosegue la lotta per i diritti civili LGBTI.