50 anni da Brema. Non dimentichiamoli

50 anni da Brema. Il 28 gennaio 1966 l’Italia piangeva la morte di giovani nuotatori, scomparsi in un tragico indicente aereo. Una tragedia per l’Italia, per lo Sport e per il Nuoto.

Sport, studio, lavorole 3 parole d’ordine dello sprinter capitano Bruno Bianchi, 22 anni, triestino e tesserato per la Fiat Torino;

L’uomo nuovo della Nazionale italiana di nuoto, 19 anni, mistista e dorsista, Amedeo Chimisso, veneziano della Giudecca. Pur di nuotare ad alto livello faceva la spola con la città di Padova;

Non poteva mancare il “bello” del gruppo, 19 anni, Sergio De Gregorio, romano doc, stileliberista che aveva fatto le sue prime bracciate nel Tevere con suo padre Edoardo;

Dorsista, tesserato Fiat Torino, 21 anni, Chiaffredo “Dino” Rora lavorava anche alla Fiat come impiegato e qualche giorno prima della partenza per il Meeting di Brema aveva confidato ai suoi amici che “quando torno da Brema mi fidanzo ufficialmente”;Una delle ragazze del gruppo, Luciana Massenzi, dorsista, 20 anni, romana, alta, bella e con un alone di mistero ma prima della partenza, ripensò a un recente incidente aereo avvenuto sul Monte Bianco, un episodio che la turbò a tal punto da confidare a Daniela Beneck, sua amica che: “Con questi aerei non si sa mai. Ti saluto per l’ultima volta, per scaramanzia… Porterò un anello con inciso il mio nome”. Un triste presagio di morte.

La passione per il cantante genovese Gino Paoli e un sorriso che conquistava tutti, ranista, Carmen Longo, 18 anni di Bologna;

La fortuna di essere convocata 2 giorni prima per un importante meeting a soli 17 anni. Daniela Samuele, delfinista e mistista. La più giovane del gruppo.

Il Ct azzurro, Paolo Costoli, 55 anni e fiorentino, uno dei più grandi nuotatori italiani tra le 2 guerre. La loro guida.

Al seguito degli atleti italiani diretti al Meeting di Brema, c’era anche il corrispondente Rai Nico Sapio, 36 anni novarese ma in servizio a Genova che avrebbe dovuto raccontare a tutti gli italiani, la grande avventura dei nuotatori italiani in Germania.

Il Meeting di Brema (Germania) era l’evento più importante nel calendario invernale del nuoto ma il loro sogno si infranse quel maledetto giorno di fine gennaio.

Il loro volo della Lufthansa, Convar CV-440 (42 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio) si schiantò in fase di atterraggio.

Non tutti partirono in quel maledetto viaggio come Daniela Beneck, 19enne all’epoca della tragedia e la migliore stileliberista italiana:Ma ero già stata a quel meeting nel 1962, la piscina non mi piaceva, volli rinunciare. Il mio tecnico Franco Baccini accettò. E mi salvò la vita…anche Bubi Dennerlein (Futuro coach di Novella Calligaris) si salvò a causa del rapporto incrinato con la Federazione Italiana Nuoto ma:La mia fortuna è stata la disgrazia di Paolo Costoli che mi sostituì…”.

Forse un errore umano in fase di atterraggio su una pista poco illuminata, queste le cause della tragedia di Brema.

La notizia giunse in Italia solo alle 20e44 (L’incidente aereo avvenne alle 18e51) ma solo intorno alle 2 di notte fu reso pubblico l’elenco completo dei morti.

Il Meeting di Brema non si fermò e andò avanti ma le corsie degli azzurri rimasero vuote con mazzi di fiori posti ai blocchi di partenza per onorare chi non c’era più. Georges Kiehl, ranista francese che prese parte al Meeting di Brema nel 1966 ricorda così quel tragico momento:Gli organizzatori pensarono fosse il modo migliore per tenere viva la loro memoria. Un’immagine che non dimenticherò mai più”. Non fu l’unico…

Daniela Beneck: Da quel giorno non ho capito più nulla. Noi eravamo una cosa sola, condividevamo tutto e vivevamo speranze e fiducia in uno sport puro. Se c’è un insegnamento lasciato dai miei amici è questo: vivere lo sport con animo disinteressato. Quanto a me e Paola, ci è rimasta una missione: tenerne vivo il ricordo”.

Per non dimenticare. 

Fonte: Google News; Corriere della Sera.