L’Orso Russo ha gli artigli ben affilati, e se minacciato sa come usarli. E il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan sta rischiando di “assaggiarli”.
L’abbattimento del jet russo Su24 (In cui è deceduto uno dei piloti) da parte dell’aviazione turca in territorio siriano ha causato una rottura diplomatica tra le 2 Nazioni. Il Presidente russo Vladimir Putin, durante l’incontro dei G20 aveva lanciato accuse molto pesanti sui reali finanziatori dell’ISIS, finanziatori che erano presenti in quella riunione internazionale. Accuse dirette alla Turchia e in particolar modo al suo Presidente e alla sua famiglia, rei di fare soldi con la compravendita illegale di petrolio con lo Stato Islamico.
Le accuse dimostrano chiaramente il coinvolgimento di aziende di proprietà del figlio del Presidente turco Erdogan, composte anche da altri membri stretti della famiglia presidenziale nel commercio illegale del petrolio ISIS, mentre l’altra figlia sarebbe accusata di gestire un ospedale “Top Secret” al confine con la Siria utilizzato per curare i soldati dell’ISIS feriti. Feriti trasportati grazie all’utilizzo di camion dello stesso esercito turco.
Non sarebbero solo queste, anzi, il Governo di Mosca ha fatto sapere che presto renderà pubbliche anche le prove (Forse quelle più compromettenti) dell’addestramento dei terroristi islamici dell’ISIS su territorio turco e sul traffico di armi. Prove quest’ultime (Se confermate) che renderebbero, di fatto, la Turchia, una Nazione doppiogiochista nella guerra contro il terrorismo islamico.
L’Occidente ha mandato le sue condoglianze a Mosca per il decesso del pilota, condannando (In maniera blanda) l’incidente, ovviamente, gli Stati Uniti d’America si sono schierati immediatamente con il loro alleato turco.
Anche con l’appoggio del Governo di Washington, la Russia non è intenzionata a fare quel passo indietro e lasciare la sua preda. Preda accusata di non essersi ufficialmente scusata per l’abbattimento del jet Su24 e della morte di uno dei 2 piloti.
Il Governo di Mosca ha individuato ben 3 percorsi utilizzati per il trasporto del petrolio ISIS sino alla Turchia.
Questa la tesi sostenuta dal Vice Capo di Stato Maggiore russo, Serghiei Rudskoi: “Sono state individuate, durante un vertice delle autorità militari – tre rotte principali per il trasporto del petrolio verso il territorio turco dalle zone controllate dalle formazioni dei banditi in Siria e in Iraq”.
La rotta occidentale per gli scali marittimi turchi sulle coste del Mediterraneo;
La rotta settentrionale diretta alla raffineria di Patma, sempre in territorio turco;
La rotta orientale diretta a una base situata nella cittadina di Zhizdra.
Il petrolio ISIS “comprato” dalla Turchia è destinato solo in parte al mercato interno, infatti, una parte di esso, dopo essere stato raffinato, è venduto all’estero.
La prossima settimana potrebbe salire ancora di più la tensione tra la Turchia e la Russia, visto che il Governo di Mosca, secondo il Capo del Centro Nazionale per la Difesa, Mikhail Mizintsev, renderà pubbliche durante una conferenza stampa i reali quantitativi e le rotte utilizzate dal Governo di Ankara per rifornire il gruppo terroristico dell’ISIS di armi, munizioni, componenti esplosivi e sistemi di comunicazione, oltre a informazioni relative sui centri di addestramento dei terroristici islamici in territorio turco.
Naturalmente la Turchia ha respinto con vigore le accuse lanciate da Mosca per voce del suo stesso Presidente Erdogan che ha dichiarato alla stampa che: “Nessuno ha il diritto di calunniare la Turchia accusandola di comprare petrolio dall’Isis. Non ho perso i miei valori a tal punto di comprare petrolio da un’organizzazione terroristica. Nel momento in cui potranno provarlo mi dimetterò, come dovrebbero fare quelli che non possono provare le loro accuse”. E fanno seguito la dichiarazione di Steve Warren, portavoce del Pentagono: “Rifiutiamo categoricamente l’idea che la Turchia stia lavorando con l’Isis. È totalmente assurdo. La Turchia partecipa attivamente ai raid della coalizione contro gli jihadisti” e il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America nega in maniera chiara e netta qualunque tipo di legame della Turchia con il gruppo terroristico di matrice islamica dell’ISIS.
Il vero nemico della coalizione anti-ISIS occidentale guidata dagli Stati Uniti d’America è Mosca e non i terroristi islamici delle stragi.
Fonte: Google News; Corriere della Sera; Verosimilmente Vero Blog.